Esclusioni e Valutazioni nei Bandi Pubblici: Profili di Legittimità e Rimedi Impugnatori

Esclusione da un bando o punteggio incoerente: come distinguere un errore legittimo da un vizio che incide sulla graduatoria. Criteri giuridici, accesso agli atti e quando il ricorso è realmente fondato.

Redazione

19 novembre 2025

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Esclusioni e valutazioni nei Bandi pubblici: profili di legittimità e rimedi impugnatori

Le procedure di selezione pubblica possono presentare elementi critici già nella fase di verifica dei requisiti o di attribuzione dei punteggi. Non è raro che un’impresa, un professionista o un candidato, dopo aver partecipato a un bando, si trovi di fronte a un’esclusione o a un punteggio inatteso, talvolta per un requisito ritenuto non soddisfatto, altre volte per una valutazione che appare incoerente con i criteri indicati. 

In questi casi, il passo successivo consiste nell’esaminare se la decisione dell’Amministrazione sia conforme alle previsioni del bando e alla normativa applicabile, oppure presenti profili di illegittimità, quali un’errata interpretazione dei requisiti, una valutazione irragionevole o una motivazione insufficiente.

La cornice giuridica della valutazione nei bandi pubblici

Ogni bando pubblico è regolato da un insieme preciso di norme, criteri e procedure. A partire dal Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023), che disciplina le gare di appalto, fino ai regolamenti interni delle singole amministrazioni o enti banditori. Non si tratta, quindi, di una materia “opinabile”: esclusioni e punteggi devono essere il risultato di un’applicazione coerente e trasparente delle regole indicate nel bando, nel rispetto dei principi di parità di trattamento, concorrenza e proporzionalità di derivazione europea art. 30 D.Lgs. 36/2023.

Chi ritiene di aver subito un’ingiustizia deve anzitutto verificare se il vizio è formale — legato, ad esempio, a una documentazione incompleta o non conforme — oppure sostanziale, come l’attribuzione di un punteggio in contrasto con i criteri fissati o non sufficientemente motivata. In entrambi i casi, non è la percezione del candidato a contare, ma la presenza o meno di una violazione oggettiva delle regole.

Quando l’esclusione può essere impugnata

Le ipotesi in cui un’esclusione risulta illegittima sono più frequenti di quanto si creda. 

Può accadere, ad esempio, che l’Amministrazione interpreti in modo eccessivamente restrittivo un requisito, oppure applichi condizioni non previste espressamente dal bando. In altri casi, la documentazione prodotta è ritenuta non idonea senza un’adeguata motivazione o senza concedere un termine per integrare elementi di lieve difformità.

L’illegittimità dell’esclusione non va confusa con l’insoddisfazione per l’esito. Esiste solo laddove vi sia una violazione di legge, del bando o dei principi generali di trasparenza e parità di trattamento. La valutazione va quindi condotta su base oggettiva, analizzando sia gli atti del procedimento che la normativa di riferimento.

Per una verifica puntuale della legittimità dell’esclusione e per individuare se vi siano i presupposti per un ricorso o per un intervento in autotutela, è possibile richiedere un appuntamento con l’Avv. Federico Loreggian.

Errori nei punteggi: quando sono rilevanti

L’assegnazione del punteggio, specie nei bandi valutativi o nei concorsi pubblici, può essere fonte di controversia. Ma non ogni punteggio contestato costituisce un vizio. Le Commissioni godono di un certo margine di discrezionalità, soprattutto nel giudizio qualitativo su progetti, esperienze o relazioni. Tuttavia, tale discrezionalità non è illimitata.

Quando un punteggio è manifestamente incoerente rispetto ai criteri previsti, quando una voce valutabile non viene considerata affatto, o quando i calcoli risultano errati in modo evidente, può configurarsi un vizio rilevante e impugnabile. È la differenza tra un giudizio discutibile (non ricorribile) e un giudizio illegittimo (ricorribile).

Come si tutela il diritto: accesso, autotutela, ricorso

Prima di qualunque iniziativa legale, è necessario accedere agli atti del procedimento. Ai sensi dell’art. 29 del D.Lgs. 36/2023, è possibile chiedere copia di tutti i documenti relativi alla propria posizione, alla graduatoria, ai punteggi assegnati e ai verbali di valutazione. Questo passaggio è essenziale per capire se vi sia effettivamente un vizio e quale sia la sua entità. 

L’accesso trova fondamento anche negli art. 22 e ss. della L. 241/1990, che garantiscono al concorrente un diritto conoscitivo pieno ai fini dell’eventuale tutela.

Se l’errore è evidente, si può valutare l’invio di un’istanza di autotutela, cioè una richiesta di riesame rivolta direttamente all’Amministrazione. Non è un obbligo, ma in molti casi consente di risolvere la questione senza contenzioso.

Quando l’esclusione o il punteggio errato producono effetti concreti e lesivi, e la P.A. non interviene spontaneamente, è possibile proporre ricorso al TAR entro il termine di 30 giorni dalla conoscenza del provvedimento, ai sensi dell’art. 120 del Codice del processo amministrativo. In alcuni casi è possibile chiedere anche la sospensione dell’efficacia del provvedimento impugnato.

La scelta dello strumento di tutela — accesso, autotutela o ricorso giurisdizionale — va commisurata alla gravità del vizio e agli effetti prodotti sul procedimento.

Come si valuta l’opportunità di agire

Non ogni errore giustifica un ricorso. E non ogni ricorso è utile o sostenibile. La valutazione di convenienza tiene conto della probabilità di successo, della portata dell’interesse leso, dei costi (non solo economici) e degli effetti sulla procedura in corso.

Il punto centrale è la qualificazione giuridica del vizio: solo un errore che incide in modo significativo sulla legittimità del provvedimento o sulla posizione del partecipante giustifica un’azione. 

In linea con i principi di proporzionalità e interesse legittimo, il ricorso è giustificato solo se l’esito potenziale del giudizio compensa l’onere processuale.

Lo Studio assiste imprese, professionisti e candidati nella verifica della legittimità di esclusioni o penalizzazioni, e nella scelta del rimedio più adeguato alla specifica situazione.

DisclaimerIl presente contributo ha finalità esclusivamente informative. NON costituisce consulenza legale e NON sostituisce il parere di un avvocato iscritto all’Ordine professionale.

Studio Legale Loreggian

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Il presente articolo ha finalità esclusivamente informativa e non costituisce un parere legale. Ogni situazione abbisogna di una valutazione specifica, la cui disamina non può prescindere dall'attento ascolto del Cliente e dallo studio della relativa documentazione.

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